Il Riso


Tra le coltivazioni caratteristiche della provincia di Mantova troviamo il riso in particolare le varietà Carnaroli e “Vialone nano” che vengono coltivate nei comuni di Bigarello, Castelbelforte, Ostiglia, Castel d’Ario, Roncoferraro, Roverbella, Villimpenta e anche il nostro Porto Mantovano. Territori che si collocano a sinistra del fiume Mincio e confinano con la terra veronese fortemente vocata a questa coltivazione.

Le nostre campagne, site nella bassa pianura Padana, sono ricche di corsi d’acqua e di fiumi importanti che garantiscono una fornitura idrica costante ed indispensabile per la coltivazione del riso.

Nel mantovano gli ettari coltivati sono circa 1200 con il raccolto è destinato soprattutto al mercato locale. Il riso, qui da noi, è la base di molti piatti della tradizione gastronomica della terra dei Gonzaga.

Il riso, come il grano del resto, è una graminacea a ciclo annuale che viene seminato in primavera e matura, a seconda della varietà coltivata, tra i mesi di settembre ed ottobre.

La pianta raggiunge un’altezza tra gli 80 e i 150 cm ed in media impiega circa 5 mesi per raggiungere la piena maturazione.

In alcuni paesi caldi e umidi (non in Italia) è possibile avere più di un raccolto all’anno.

Ecco le fasi della coltivazione del riso varietà Vialone Nano:

Semina del riso

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Allagamento delle risaie

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Tramonto sulle risaie allagate

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Risaia allagata

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Controllo del livello dell’acqua. Quest’ultima deve rimanere costante in modo che la piantina del riso cresca in modo uniforme

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Crescita del riso

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Maturazione del riso

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Riso maturo

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La mietitura

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L’essicazione del risone

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Lo stoccaggio

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Manciata di risone

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Il “risone” è il riso grezzo, quello raccolto in campo, che contiene al suo interno il chicco di riso.

I granelli di risone hanno colore marrone chiaro e sono ricoperti da un guscio duro, ruvido, che si chiama “lolla”.

Per essere successivamente utilizzati in ambito alimentare, i granelli devono essere sgusciati, ossia liberati della “lolla”. Un tempo la separazione, fase di sgusciamento, avveniva completamente a mano pestando con un bastone di legno il risone per liberarne il chicco di riso.

Oggi questa operazione avviene in modo totalmente automatizzato con l’ausilio di macchinari che liberano il chicco della “lolla”, grazie all’azione abrasiva di mole rotanti a forte velocità.